domenica 15 giugno 2008

Voto di castità

Lo slogan condiviso di questa campagna elettorale catanese è "risolleviamo Catania", come se Catania si fosse calpestata da sola, come se abbia fatto harakiri.
Chiaramente non è così, se oggi Catania è in dissesto finanziario, se oggi Catania è un grande cantiere per opere discutibili, se oggi Catania è probabilmente il simbolo italiano del mercato nero e dell'abusivismo, se oggi Catania è una città assolutamente e totalemente anarchica, un motivò ci sarà. E quando i motivi hanno un nome e un cognome questi vanno resi pubblici.
Pacatamente, serenamente.

Umberto Scapagnini, del Partitò delle Libertà, è stato sindaco di Catania dal 2000 al 2008 pugnalando e scalciandola per 8 anni e dandole il colpo di grazia pochi mesi fa, quando l'ha trascinata al dissesto finanziario. Ma Scapagnini Catania ce l'ha nel cuore e lo ha dimostrato per come, con la passione dell'uomo del sud, ha reagito al commissariamento della città; alla domanda comune "Signor Sindaco, è vero che si dimetterà per candidardi al Senato?" lui risponde con una coerenza epica: prima commenta "Sistemeremo la situazione finanziaria di Catania e poi si vedrà", dopo quelche giorno rettifica "Mi candiderò al Senato ma prima risaniamo i conti catanesi", dopo il dissesto finanziario precisa "Ho Catania nel cuore, mi dimetterò solo dopo aver risolto il dissesto", e infine dichiarerà, a poche settimane dalla presentazione delle liste "Mi dimetterò dopo l'ottava di S.Agata". Buh.

A Catania il potere era diviso tra lui e Lombardo, il primo condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere per abusi gestionali accertati durante l'amministrazione di Catania, il secondo pluriarrestato durante gli anni novanta. Entrambi, a braccetto hanno trascinato nella merda una città splendida ed entrambi, sempre a braccetto hanno fatto il salto di qualità: uno è Presidente della Regione Sicilia e l'altro è Senatore della Repubblica. Catania invece resta nella cacca.

Oggi si vota a Catania sia per l'elezione del sindaco sia per quella del Presidente della Provincia.
Il successore di Scapagnini si chiama Raffaele Stancanelli, sempre del PDL che probabilmente sarà il nuovo sindaco di Catania eletto legittimamente dai Catanesi che sentono già la mancanza di un sindaco combinaguai. Nostalgia canaglia.
L'unico che potrebbe impensierire Stancanelli è Nello Musumeci, amato dai cittadini ma che non ha potuto disporre del potere pubblicitario di cui hanno disposto i candidati consiglieri di PDL e MPA, che hanno appiccicato (anche il PD in questo non è stato da meno) su palazzi, strade, pali, cantieri, rotonde, scogli (si, anche scogli) decine di strati di manifesti con facce da culo supersoniche.
Musumeci però è un furbacchione, nelle comunali la sua lista civica corre da solo perchè "bisogna risollevare Catania dopo anni di martirio" ma nelle provinciali la sua lista civica corre assieme a PDL, MPA e UDC per "Castiglione Presidente". Che paraculo! Chi è Castiglione? E' un assessore della giunta Scapagnini, che ha contribuito per il dissesto catanese. Bisogna premiarlo, no? Sarà il nuovo Presidente della Provincia.

Il candidato sindaco per il centro sinistra catanese è Burtone, un ectoplasma. E' più probabile che l'Italia vinca questi Europei che Burtone si avvicini a diventare sindaco di Catania. Catania è di destra, ma non per ideali, perchè la destra siciliana oggi riesce a sfruttare alla perfezione il sistema del clientelismo e dell'accattonaggio.

2 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

Scapagnini non ha fatto proprio nulla per Catania!

Ciao Davide, passa a trovarci

Anonimo ha detto...

Standing ovation
Per la capacità di sintesi, soprattutto.

La rivoluzione non verrà se ciascuno di voi non la farà scoppiare dentro di se