giovedì 6 novembre 2008

Diamo le spalle al futuro


Mentre tutti osserviamo ciò che accade negli Usa, alle nostre spalle nasce il Nuovo Mondo. Stiamo dando le spalle alle nuove superpotenze mondiali, ai nuovi punti di riferimento del futuro, che in punta di piedi stanno ridisegnando lo scenario economico mondiale. L'Asia è la nuova America, sarà il nuovo sogno, il "sogno asiatico" entro pochi anni.

La crisi finanziaria sta scombussolando tutto il mondo, è vero, ma alcuni Paesi continuano comunque a crescere in misura esorbitante; tante realtà crollano, di sbriciolano, altre semplicemente rallentano una corsa supersonica.

Voltatevi! Osservate il nuovo continente Cinese-Indiano, il "Cindia", è lì il futuro.

Proprio mentre milioni di italiani apprezzano la riforma dei grembiulini, che taglierà 1,4 miliardi di euro all'istruzione in 4 anni, in tutto il mondo ci si attrezza per istruire meglio i giovani perchè è questa l'unica vera speranza per limitare i danni di questa crisi.

Gli anni Venti e gli anni Settanta hanno insegnato proprio questo, ma evidentemente la storia non isegna nulla, o forse sarebbe meglio pensare che i governatori non la conoscono affatto la storia.

Oggi in America vengono stanziati 1,3 miliardi di dollari destinati a far imparare la lingua cinese ai giovani americani; in Italia si tagliano ancora fondi e in pochi sanno dov'è la Cina. Pensate, in Italia la metà della popolazione è ferma alla terza media.

Ragionate su questo: l'America, superpotenza bisecolare, in cui tutti parlano la lingua commerciale più usata al mondo, l'inglese, ha intuito (e anche in ritardo) che dovrà fare i conti con la tigre asiatica e sta insegnando il cinese ai ragazzi. Stanno per perdere una supremazia e facendosene una ragione stanno correndo ai ripari. Loro...

Da noi vige la regola del "tutti promossi" invece, perchè fa contenti tutti: studenti, genitori, maestri e Stato (che può associare la parola promozione a istruzione, vantandosene). Ma soprattutto la nostra politica scolastica fa piacere ai paesi emergenti, in cui l'istruzione e la formazione è selettiva ed è considerata un bene supremo.

Migliaia di aziende europee e internazionali non si trasferiscono in Cina o in India solo perchè, come si tende giustamente a pensare, i salari sono bassi e parte dei lavoratori vengono sfruttati; una motivazione portante è che oggi i migliori ingegneri mondiali sono asiatici e ogni anno Cina e India ne sfornano milioni e milioni; e le aziende hanno bisogno di ingegneri capaci.

Ma noi italiani abbiamo la Bocconi, andiamo fieri della Bocconi, beato sia chi studia alla Bocconi. Eppure tra le prime cento Università di Direzione aziendale del mondo, la Bocconi è l'unica italiana e si trova al 48mo posto. Più efficiente della nostra Università ci sono decine di Università asiatiche, come l'Università di Shangai, di Singapore, di Honk Hong, ad esempio.

Aggiungete a questo che paesi come Cina, India e Russia, che sono il simbolo del Nuovo Mondo, hanno abbandonato solo da un paio di decenni gli schemi comunisti che ingabbiavano ogni iniziativa aziendale privata. Paradossale, no?

Noi abbiamo paura della concorrenza, non la accettiamo e preferiamo parlare di dazi doganali e maestro unico. Lo Stato aiuta le banche e alcune aziende (vedi Alitalia) come si fa(ceva) nei Paesi di stampo comunista e taglia fondi da destinare all'istruzione. Nel resto del mondo esemplare si fa esattamente l'opposto. Noi italiani siamo sempre in leggera controtendenza.

Consiglio a tutti i libri "Bankenstein" di Marco Saba e "Centomila punture di spillo" di Federico Rampini e Carlo De Benedetti.

3 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

ti faccio i complimenti per il post! ;-)

Anonimo ha detto...

Buon week end e coplimenti per il post.

Ale ha detto...

mi unisco ai complimenti ;)

La rivoluzione non verrà se ciascuno di voi non la farà scoppiare dentro di se